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Il campanazzo dell’Arengo di Bologna

La foto l’ho scattata dal sottotetto della Basilica di San Petronio, e nonostante la doppia rete che ne limita la vista, si vede bene il “campanazzo” (o campanone) della torre dell’Arengo: il campanile civico di Bologna che, con le campane che nei secoli si sono succedute, viene utilizzato dal 1259 per chiamare a raccolta i Bolognesi.

L’attuale campanazzo, ben 4.700 kg di bronzo, venne issato per la prima volta sul campanile nel 1437 e, dopo una rottura, nuovamente nel 1453. Architetto dell’impresa (non doveva essere facile sollevare a quasi 50 metri d’altezza una campana di quel peso) fu il geniale Aristotele Fioravanti, che per l’occasione costruì un complicato sistema di argani in legno e modificò la sommità del campanile, passando dallo stile romanico a quello rinascimentale. Il Fioravanti, architetto prima del Castello di Buda a Budapest e poi della Cattedrale della Dormizione a Mosca, a Bologna si distinse per essere riuscito a spostare, senza smontarla, la torre della Magione.

Il campanazzo, che svetta tra i palazzi del Podestà e Re Enzo, da sempre suona in occasioni speciali. Sul finire del Duecento la vecchia campana dell’Arengo suonava per chiamare i Bolognesi a raccolta in caso di guerra (l’attuale campanile, eretto nel 1259 dal maestro Alberto di San Pietro, era prima di legno).

Tra gli eventi storici sottolineati dal suono del campanaccio, la caduta del Fascismo, il 25 luglio 1943 e la liberazione di Bologna dai tedeschi con la fine della Seconda guerra mondiale, il 21 aprile 1945; tradizione questa ancora rispettata ogni 21 aprile.