Curiosità

L’Asinelli e i fulmini

Per secoli la torre Asinelli è stata bersagliata dai fulmini, un pericolo sempre in agguato ben più letale di incendi e terremoti. Le cronache narrano di fulmini capaci di far crollare intere porzioni di muro, sempre prontamente rattoppate, e che fortunatamente, pur piombando al suolo da quasi 100 metri d’altezza, non fecero mai vittime, se non un poveretto nel 1493 che, vista l’Asinelli colpita da una saetta, morì per lo spavento.
Con una media due fulmini distruttivi al secolo, il 3 settembre del 1727 il Senato Bolognese decise di correre ai ripari. Sulla facciata di ponente venne collocato a protezione dalle saette, un bassorilievo figurante san Michele Arcangelo. Opera significativa dello scultore Giovanni Battista Gnudi, fors’anche per il fatto che per i fulmini sarebbe stata più efficace santa Barbara, il san Michele non diede i risultati sperati, e le saette poco timorate di Dio e dei Santi, continuarono a cadere.

Nel settembre del 1824, finalmente, la torre venne protetta da un moderno parafulmini, voluto dal Senatore Cesare Alessandro Scarselli e opera del professore Francesco Orioli  e dell’ingegnere comunale Filippo Miserocchi. L’Orioli, che non era particolarmente amato dalla Chiesa (fu tra l’altro accusato di eresia per aver dubitato della veridicità del miracolo di san Gennaro), pensò bene di non irritare ulteriormente i religiosi che avevano voluto inutilmente il bassorilievo di san Miche Arcangelo, affermando che il suo parafulmine non intendeva comunque “garantire l’uomo dai castighi del cielo”.

Nella foto, il bassorilievo figurante san Michele Arcangelo.