Agresti. La torre degli Albornoz
Torre Agresti, detta anche di Portanova, si trova in piazza Galileo al civico 2a. Alta 20 metri, venne costruita tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo. Gli Agresti, potente quanto volatile casato, ebbe in zona numerose proprietà, così estese che le vie che le attraversavano portavano tutte il nome “Agresti”. Oggigiorno ne resta una – un tempo via degli Agresti del Volto Santo – ma anche le attuali via IV Novembre e piazza Galileo (via Portanova e via Gargiolari) un tempo portavano il nome degli Agresti. Chi la fece edificare non si sa di preciso, documenti antichi citano nel 1209 un tal Agresto, e nel 1250 e nel 1290 Ugolino Agresti, che fece parte del Consiglio dei Duemila.
Scomparsi gli Agresti, nel 1369 la torre venne acquistata per conto del Collegio di Spagna da don Fernando Alvarez Albornoz, nipote del cardinale Egidio Albornoz, diventando di fatto proprietà del Regno di Spagna (peculiarità che la rende unica ancor oggi).
Il 2 agosto 1641 il caseggiato che circondava la torre bruciò, ardendo per quattro giorni, tant’è che l’anno successivo fu necessario ricostruire gli edifici e sistemare la torre, che grazie Dio (o al Re di Spagna), resse al rogo. Torre Agresti venne mozzata, la base esterna di selenite eliminata, le pareti intonacate e sulla sommità venne aggiunta un’altana con finestre, aperture che da allora ornano anche la parete ovest. Così travestita, la torre trascorse i secoli, resistendo anche alle bombe della Seconda guerra mondiale (che distrussero le case intorno), finché dopo il 1960 si decise di riportarla all’aspetto originario, per quello che fu possibile. Tolto l’intonaco, è così come la si vede ora, non proprio un’illibata torre medievale, ma quasi.
Da notare la lapide posta sopra la finestra del primo piano, con l’iscrizione in latino che ricorda i lavori eseguiti nel 1642 “MMM AEGIDII PRIMI CARD ALBORNOTII HISP SPLENDORIS INSIGNE MVNIFICETIAE TROPHAEVM REST AVCTUM ORNA MDCXLII”. Al piano terreno si trova l’Ufficio relazioni con il pubblico della Questura di Bologna.