Torri

Torre Asinelli

E’ la torre medievale originale più alta d’Italia (97,20 m), e insieme alla sorella minore Garisenda, è il simbolo di Bologna: le “Due Torri”. Fu eretta probabilmente a scopo difensivo, per volere imperiale, appena fuori dalla prima cerchia di mura, tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo (recenti analisi fissano la data tra il 1060 e il 1100). Pochi decenni dopo passò agli Asinelli, famiglia in origine ghibellina e poi guelfa.

Una leggenda narra che la torre fu costruita per iniziativa di un giovane che di mestiere trasportava sabbia e ghiaia con i suoi asinelli (da qui il nome della famiglia). In uno dei suoi frequenti viaggi, vide una bellissima ragazza e se ne innamorò. Dichiarato il suo amore e chiesta in sposa al padre, di famiglia ricca e nobile, questi lo schernì dicendogli: «La sposerai quando porterai in dote la torre più alta della città». Detto fatto: il giovane innamorato trovò un forziere colmo d’oro mentre raccoglieva ghiaia lungo il fiume, e con questo, in soli nove anni, fece costruire la torre, riuscendo così a sposare la sua bella.

Tornando alla storia, la prima menzione ufficiale che collega la torre alla famiglia è del 1185, quando Alberto di Munsarello Asinelli risulta proprietario di una torre presa e data alle fiamme da una fazione avversa. Tra gli Asinelli si ricordano consoli e ambasciatori presso re, imperatori e papi, due crociati (Pietro nel 1188 e Alberto di Munsarello nel 1217), e poi ancora Pietro, uno dei più fidati amici di re Enzo di Sardegna durante la prigionia. Nel 1583 morì senza eredi Niccolò Asinelli, capitano di Forlì, e la famiglia cadde nell’oblio. La torre, intanto, era già passata di mano: dopo alcune parti acquistate dal Comune nel 1280, questo ne divenne proprietario per la sua interezza nel 1398.

Tra i tanti usi, l’Asinelli fu carcere a più riprese e patibolo degli uomini di chiesa condannati a morte. Sul lato di strada Maggiore questi venivano chiusi in una gabbia di ferro esposta alle intemperie e lì lasciati morire.

È l’unica torre di Bologna aperta regolarmente al pubblico. L’ascesa (498 gradini) è un po’ faticosa, ma dall’alto lo spettacolo è unico e consente la vista di Bologna e delle altre torri ancora in piedi.

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